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Città ricca di opportunità economiche e sociali grazie all'indubbia attrattiva turistica e alla vivacità culturale, alla qualità della vita ed alla storica vocazione di "vetrina" per prodotti ed idee. Città dai mille piaceri, per il suo clima mite e temperato durante tutto l’anno, la sua squisita gastronomia, le splendide passeggiate in 59 ettari di parco nel cuore della città e per gli antichi quartieri, le chiese, i palazzi che fanno di Gaeta un museo a cielo aperto.
la storia

Città ricca di opportunità economiche e sociali grazie all'indubbia attrattiva turistica e alla vivacità culturale, alla qualità della vita ed alla storica vocazione di "vetrina" per prodotti ed idee. Città dai mille piaceri, per il suo clima mite e temperato durante tutto l’anno, la sua squisita gastronomia, le splendide passeggiate in 59 ettari di parco nel cuore della città e per gli antichi quartieri, le chiese, i palazzi che fanno di Gaeta un museo a cielo aperto. A partire dall’imponente Castello, che esisteva già da qualche secolo, quando Federico II di Svevia lo ampliò nel 1227 come in seguito fecero gli angioini e gli aragonesi, da cui oggi l’attuale nome. Proseguendo per il quartiere medioevale, dedalo di vicoli dagli scorci straordinari, grappoli di case antiche, orti, colonne romane, palazzi nobiliari (qui nacquero Giovanni Caboto, papa Gelasio II, Tommaso de Vio, Sebastiano Conca), si scende verso il mare, costeggiando la quattrocentesca chiesa di San Domenico, fino ad arrivare al Museo Diocesano, con il celebre stendardo di Lepanto, dipinti dal XIII al XIX secolo ed altri preziosi reperti. Accanto, il Duomo S. Erasmo (patrono della città) con lo splendido campanile, alto 57 metri, in stile arabo normanno del XII secolo; tra le tante opere d'arte conservate nel duomo occorre ricordare il notissimo Candelabro del cero pasquale con 48 rappresentazioni a bassorilievo della vita di Cristo e del Santo, e la seicentesca cripta o succorpo, rivestita di stucchi, rilievi e tarsie marmoree policrome ed un cancello in bronzo (1692) simile all'altro della cappella di S. Gennaro nel duomo di Napoli. Dal duomo, passando per la Pinacoteca Comunale d’arte contemporanea “Giovanni da Gaeta” che conserva una ricca collezione di opere, si risale alla monumentale chiesa di San Francesco, che domina un’alta scalinata: 

un tempo era una chiesetta con convento fatta costruire dal santo d’Assisi che qui visse intorno al 1222, e Ferdinando II di Borbone la riedificò in ricordo della presenza di Pio IX a Gaeta. Se si scende dal Castello al porticciolo di Santa Maria, ecco l’austera e affascinante chiesa di San Giovanni a Mare, eretta nell’XI secolo, con cupola in stile arabo, facciata con portale gotico e campaniletto a vela, pavimento leggermente inclinato. Di qui, passeggiando sul lungomare, si raggiunge Piazza Traniello con la Gran Guardia, un bell’edificio neoclassico con porticato costruito nel 1786, e di fronte, il municipio del 1475 restaurato nell’ottocento da Ferdinando II. Riprendendo poi il lungomare si raggiunge la bellissima chiesa della SS. Annunziata, che risale al 1321 (di quella prima costruzione rimane un portale gotico sul fianco sinistro) ed è stata rifatta nel Seicento. Ed ecco l’armoniosa facciata barocca di Andrea Lazzari, a cui dà slancio un campanile a vela con orologio maiolicato d’inizio Settecento. Elegantissimo l’interno a una navata, in cui spiccano tele pregiate di Luca Giordano e Sebastiano Conca, ma anche un maestoso coro ligneo e, sulla parete di fondo, il grande polittico cinquecentesco di Giovan Filippo Criscuolo. La chiesa è parte integrante dell’antica opera pia istituita dai cittadini di Gaeta nel 1320-21 per fini assistenziali. Attraverso una porticina si accede alla sacrestia e alla preziosissima Cappella d'Oro. Nella stessa strada si può visitare la Biblioteca Comunale “Salvatore Mignano” con l’Archivio Storico ed il Museo del Centro Storico Culturale “Gaeta” che hanno un patrimonio librario ed un archivio storico tra i più ricchi della provincia di Latina, una sezione archeologica con numerosi reperti di epoca romana, ed una pinacoteca arricchita di numerose opere pittoriche dell’età medievale, tardogotica, rinascimentale e barocca. Più avanti, sempre percorrendo il lungomare Caboto, si incontrano la Porta di Carlo V, eretta nel XVI secolo e, poco dopo, la Porta di Carlo III che faceva parte delle fortificazioni volute dal re nel Settecento. Si arriva così nel cuore pulsante della città, intorno a piazza della Libertà e alla pittoresca via Indipendenza: quasi due chilometri di strada pedonale e vicoli caratteristici, casette basse dai colori pastello, con finestre fiorite, balconi di ferro battuto, il bucato ad asciugare; e bancarelle, botteghe artigiane, boutiques.
I CASTELLI
Non è facile risalire al periodo in cui fu costruito il castello di Gaeta. Probabilmente fu eretto nel VI secolo durante la guerra dei Goti o nel VII secolo quando le zone marittime del Lazio e della Campania erano oggetto delle mire espansive dei Longobardi. Nei documenti gaetani di quel periodo ci si inizia a riferire a Gaeta con l'appellativo di "Kastrum". Notizie certe dell'esistenza del castello di Gaeta si hanno al tempo di Federico II di Svevia, il quale durante il periodo delle lotte col papato, soggiornò in diverse occasioni in Gaeta, e, intuendone la posizione strategica, nel 1223 vi fece fortificare il castello.

​La struttura che oggi ammiriamo, grande circa 14.100 m², è detta castello angioino-aragonese perché è composta da due edifici comunicanti realizzati in due momenti storici diversi, uno più in basso detto "angioino", realizzato durante la dominazione francese degli angioini, e uno più in alto detto "aragonese", fatto costruire dall'imperatore Carlo V insieme a tutte le altre opere di difesa militare che andarono a rafforzare la piazzaforte di Gaeta.

L'ala angioina fino a pochi anni fa è stata sede del carcere militare di Gaeta, attualmente è di proprietà del Comune di Gaeta, chiusa in attesa di restauro, e vi è un protocollo d'intesa firmato tra la città di Gaeta e l'Università di Cassino che intende destinare in futuro tale ala del castello come sede delle facoltà universitarie di discipline marinare. L'ala aragonese fino al termine della Seconda guerra mondiale è stata sede di un battaglione allievi carabinieri, oggi invece ospita la scuola nautica della Guardia di finanza. Nella cupola della torre più alta del castello vi è la Cappella Reale, voluta dal re Ferdinando II di Borbone nel 1849.
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IL DUOMO
La cattedrale dei Santi Erasmo e Marciano e di Santa Maria Assunta è il luogo di culto cattolico più importante di Gaeta, chiesa madre dell'omonima arcidiocesi e sede della parrocchia di Maria Santissima Assunta in Cielo.
Costruita nel XIII secolo riutilizzando parte di una chiesa più antica, nei secoli successivi è stata più volte rimaneggiata, mantenendo integra la sua struttura medievale sotto le superfetazioni posteriori; nel corso dell'ultimo intervento, che ha avuto luogo negli anni 2008-2014, sono state riportate a vista all'interno della chiesa alcune strutture antiche ed è stata radicalmente modificata l'area presbiterale tramite l'inserimento di elementi di varia epoca.
La cattedrale è stata elevata alla dignità di basilica minore da papa Pio IX il 10 dicembre 1848.
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la cappelletta d'oro
La cappella dell'Immacolata Concezione venne costruita nel XIV secolo.
Nella prima metà del XVI secolo, l'interno dell'ambiente venne dotato dell'attuale apparato decorativo, costituito dal soffitto ligneo e dal ciclo pittorico di Giovanni Filippo Criscuolo. Nel secolo successivo, ad opera di Dionisio Lazzari, venne realizzato il portale sull'esterno. In questa cappella amava pregare Pio IX ed è proprio lì che ha avuto l'ispirazione per la stesura del Dogma dell'Immacolata Concezione (1854).

La cappella dell'Immacolata Concezione è inglobata all'interno dello stabilimento dell'Annunziata e dà su via dell'Annunziata con un portale barocco. Questo, opera di Dionisio Lazzari, è in marmo; ai lati è affiancato da due lesene corinzie che sorreggono idealmente il timpano spezzato triangolare, con sull'architrave lo stemma di Gaeta. Al centro del timpano si apre l'unica finestra che dà luce all'interno, anch'essa arricchita da una cornice marmorea decorativa. Alla sinistra del portale, una targa ricorda che papa Pio IX, durante il suo esilio gaetano, veniva spesso a pregare in questo luogo.

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IL MAUSOLEO
Questo famoso sito archeologico è il sepolcro di Lucio Munazio Planco, console romano e fondatore di Lione e Basilea. Il Mausoleo è collocato sulla vetta di Monte Orlando, ove si ammirano il Circeo, le Isole Pontine, il Vesuvio, l'intero Golfo e la catena degli Aurunci.
Amante ed estimatore di questa terra, affascinato dalla sua bellezza ma anche allettato dalla posizione strategica e dalle fortificazioni di Gaeta, Lucio Munazio Planco, scegliendo Monte Orlando, volle, ancora una volta, primeggiare e assicurarsi una sicura protezione.
A differenza del Mausoleo che è giunto fino ad oggi in buono stato, la sua sontuosa villa è quasi del tutto scomparsa. Di essa rimangono pochi resti nella zona del Santuario.
La costruzione si fa risalire al 22 a.C. ed è di forma perfettamente circolare con copertura a tumulo. All'interno, si trova la tomba monumentale costituita da quattro celle accessibili da un corridoio circolare (ambulacro) e disposte secondo i 4 punti cardinali; tali celle ospitano un antiquarium di reperti di diverse epoche storiche. Nella stanza principale posta appena dopo l'ingresso si può ammirare una copia della statua originale di Luio Munazio Planco, attualmente a Roma.
Il diametro della struttura misura 29,54 metri e la circonferenza esterna ne misura 93,10.

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calendario: MUSEI, monumenti, chiese
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Museo Diocesano
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Batteria Monte Orlando Superiore
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Mausoleo
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Palazzo delle Cultura
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Pinacoteca di Arte Contemporanea
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Cattedrale di S. Maria Assunta
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Cappella d'oro
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S. Giovanni Evangelista a Mare
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Terra Santa di S. Domenico
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Chiesa di S. Francesco d'Assisi
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Santuario SS. Trinità
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Grotta del Turco
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Museo Ferdinando
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Polveriera Carolina
le spiagge
Sabbia e rocce per uno dei tratti di costa più suggestivi del Tirreno.
Sono le famose 7 spiagge di Gaeta, stazione balneare tra le più ricercate: sabbia finissima, mare limpido, calette e grotte segrete da esplorare a piedi, in apnea e solo in certi casi con le bombole. Alcune delle pareti a strapiombo sull’acqua offrono straordinarie palestre per il free climbing. I luoghi sono spettacolari, i nomi evocativi. Come Sant’Agostino, l’arenile più lungo, su cui si affacciano i rossi contrafforti del Monte Moneta, riservati ai rocciatori. O San Vito, che si raggiunge dal mare e attraverso alberghi esclusivi: una spiaggetta circondata di rocce piene di anfratti e caverne. Oppure l’Arenauta conosciuta anche come la spiaggia dei 300 gradini, regno dei naturisti, isolato e selvaggio. L’Ariana, sintesi di due parole, “aria sana”, una spiaggia circondata dalla macchia mediterranea e dominata dal cosiddetto 'scoglio dei tre cani' . La piccola e suggestiva spiaggia dei 40 Remi dal nome di un'antica nave che qui naufragò, dove si arriva solo a nuoto o in barca. Nelle vicinanze c'è il Pozzo del Diavolo, un foro nella roccia che precipita per cinquanta metri fino al mare, accessibile dall'alto o dall'acqua con maschera e pinne. Fontania dal nome 
del console romano Gneo Fonteo che scoprì questo paradiso naturale e vi costruì la sua villa estiva, di cui si vedono ancora i resti: davanti, un isolotto e fondali multicolori pieni di pesci, meta ambita dai subac- quei. E infine Serapo, la spiaggia dei gaetani, un chilometro e mezzo di sabbia e mare pulitissimo nel cuore della città: una spettacolare mezzaluna a ridosso del borgo medievale, del Parco Naturale di Monte Orlando, della riserva marina Oasi blu, e dell’imponente montagna spaccata, attorno a cui è nato il santuario della Ss. Trinità.
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Spiaggia di Fontania
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Spiaggia Arenauta e San Vito
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Spiaggia di S.Agostino
IL PARCO NATURALE DI monte orlando
Il promontorio tondeggiante di Monte Orlando (Parco Regionale Urbano) si protende nell'azzurro Golfo di Gaeta per un'altezza di 171 m s.l.m. e termina con una spettacolare falesia a picco su mare. Rappresenta l'estrema propaggine verso il mare della catena dei Monti Aurunci, la cui posizione, estremamente ravvicinata al mare, ha determinato e determina tutt'oggi, caratteristiche climatiche che favoriscono particolari associazioni vegetali. Tale contesto, inserito nella fioritura della macchia mediterranea che avvolge l'intera collina offre numerosi spunti per una visita in ogni stagione dell'anno. Da un punto di vista geologico, le acque meteoriche e l'erosione marina hanno determinato grotte, cavità e crepacci come la "Montagna Spaccata", "La Grotta del Turco" e le caratteristiche falesie a picco sul mare. Storicamente, invece, il territorio di Gaeta è stato considerato da Papi e Imperatori un rifugio sicuro nei momenti di difficoltà. Nei secoli, quindi, sono nate numerose opere di edilizia militare quali bastioni, polveriere, depositi di munizioni e piazzole di sparo. Di tali opere è oggi ben visibile la testimonianza all'interno del parco come dei numerosi resti archeologici di epoca romana, tra cui un Mausoleo in perfetto stato di conservazione.
Indimenticabili le immersioni nei fondali del tratto di acqua marina protetta antistanti le falesie, con una grande varietà di specie viventi e strutture geologiche di grande interesse.
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la montagna spaccata
La Montagna Spaccata è sicuramente uno dei luoghi più suggestivi di Gaeta, frequentato ogni anno da turisti che vengono colti dalla magia delle tre fenditure del promontorio. E’ un luogo che racchiude in sé un vero e proprio itinerario. 
Il Santuario della SS. Trinità, costruito nell’XI secolo, è rinomato nella storia perché qui vi pregarono numerosi pontefici, tra cui Pio IX, sovrani, vescovi e santi, tra cui Bernardino da Siena, Ignazio di Loyola, Leonardo da Porto Maurizio e San Filippo Neri.
La leggenda vuole che San Filippo Neri avesse vissuto all'interno della Montagna Spaccata dove esiste un giaciglio in pietra nota ancora oggi come "Il letto di San Filippo Neri". 
Lungo le pareti della roccia, è possibile ammirare  i riquadri in maiolica delle postazioni della Via Crucis, in parte restaurate, risalenti al 1849 e attribuite a S.Bernardino da Siena, contenenti i versi del Metastasio.

Lungo la scalinata che porta nelle viscere della montagna, lungo la stretta spaccatura di roccia, sulla destra, si può osservare  una iscrizione in latino e sopra di essa, un' inquietante impronta di una mano traslucida impressa nella roccia, che la leggenda vuole sia appartenuta ad un marinaio turco . Il miscredente era da non cristiano, scettico sull'origine sacra delle spaccature della montagna, ma non appena appoggiò,baldanzoso, la mano sulla roccia, questa, secondo la tradizione, si liquefò all'istante come cera sotto le sue dita, lasciando così l'impronta nitida della mano e delle 5 dita che ancora adesso è possibile vedere.  Visto il contesto naturale, non è da escludere che nella grotta, nei tempi del Medioevo, siano approdate navi di pirati saraceni che trovavarono rifugio tra le fenditure di questo strategico promontorio, pronti ad attaccare di sorpresa le navi in transito, al fine di depredarle dei loro carichi.

Alla fine del percorso si trova anche un giaciglio in pietra, dove soleva ritirarsi in meditazione S.Filippo Neri. Nel 1434 un probabile terremoto determinò la caduta di un grosso macigno che si incastrò all'interno di una delle fenditure del monte: su questa venne eretta una cappella, da cui si può godere di uno splendido colpo d'occhio, sia sul mare circostante, che sull'altissima falesia di oltre 150 metri visibile dalla terrazza.
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le grotte
Grotta del Turco, situata sotto il Santuario dell montagna Spaccata di Gaeta, ci si accede attraverso una ripida scalinata, l'insenatura era utilizzata come base dei pirati saraceni (da cui il nome popolare).
I pirati seminarono il terrore sulla costa per oltre sessant'anni, circa tra l'850 e il 910. È questo il primo periodo della storia di gaeta di cui abbiamo fonti storiografiche certe.
Nel IX secolo è ormai un importante centro commerciale e marittimo del mediterraneo, gode di indipendenza nei commerci e dai suoi porti partono navi per le destinazioni più lontane: le coste del nord Africa, Costantinopoli, Cipro e il medio Oriente. Queste navi sono l'obiettivo dei pirati, che furono infine allontanati dal primo console di Gaeta Costantino, vassallo di Andrea II di Napoli. Costantino difese la città dagli attacchi dei pirati saraceni e eresse fortificazioni, costruendo postazioni periferiche, torri e castelli.

Grotta della Madonnina situata lungo la costa rocciosa nord. Difficile da trovare, ma possiamo accompagnarvi noi.
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LE TORRI
Le torri costiere del Regno di Napoli costituivano il sistema difensivo, di avvistamento e di comunicazione lungo la fascia costiera del Regno di Napoli. Furono costruite per arginare le frequenti incursioni saracene ecorsare.
Da ogni torre era possibile scrutare il mare e vedere di solito le due adiacenti, con la possibilità di inviare segnali luminosi e di fumo per trasmettere un messaggio o richiedere soccorso.
Le torri costellano gran parte delle coste dell'Italia meridionalee sono spesso interessanti dal punto di vista architettonico; si svilupparono più o meno contemporaneamente a quelle che venivano fatte costruire negli altri stati della penisola italiana, tuttavia, essendo il Regno di Napoli la parte più protesa nel Mediterraneo e la più esposta alle scorrerie, qui si trovano una enorme quantità e varietà di esempi.
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